“Partiamo dalla mente” è una rubrica ideata per esprimere la nostra sincera vicinanza a tutti gli adolescenti che vogliono vivere un’esperienza che cambia la vita. Come tutte le esperienze importanti, anche questa non priva di difficoltà che necessitano innanzitutto di una maggiore comprensione dal punto di vista psicologico.
Se vi dicessero che un’esperienza di studio all’estero può migliorare la vostra autostima, ci credereste?
A molti sembrerà scontato. Infatti, adattarsi ad un ambiente completamente nuovo è di per sé un’esperienza di crescita, quindi è facile immaginare che anche l’autostima venga coinvolta.
A confermare questa ipotesi, però, è una ricerca scientifica, che ha confrontato i punteggi relativi all’autostima di alcuni sedicenni partiti per un anno di studio all’estero, con quelli dei loro coetanei che non erano partiti. Al loro ritorno, gli studenti mostravano livelli di autostima molto più alti di quelli dei loro coetanei [1].
Ma cos’è l’autostima?
Si tratta della valutazione generale che ciascunə ha di sé stessə e che può essere più o meno positiva (o negativa). Comprende sentimenti di accettazione e di rispetto per se stessi. In pratica, più ci apprezziamo, più sentiamo di meritare anche la stima e il rispetto degli altri.
Per approfondire il concetto di autostima,
leggi l’articolo di Sinapsyche >
Nel periodo pre-adolescenziale l’autostima inizia ad aumentare notevolmente, e questo è da attribuire al crescente bisogno di autonomia che porta la persona a sperimentarsi in nuovi compiti o attività. L’autostima in questo periodo è molto instabile, perché risente delle esperienze di successo e di insuccesso che unə ragazzə accumula nei principali ambiti di sviluppo, ovvero:
- La famiglia,
- Le amicizie,
- L’ambito scolastico,
- Il rapporto con il proprio corpo.
Il modo in cui l’adolescente affronterà le sfide che ciascuno di questi ambiti di sviluppo comporta, restituirà a lui o lei un’idea più o meno positiva di sé. Il grado di stima che maturerà nel campo delle amicizie, ad esempio, dipenderà dalle esperienze conseguite in quel determinato ambito.
Ovviamente le esperienze possono essere molto diversificate tra i vari ambiti. Così, unə può ritenersi molto in gamba nell’instaurare nuove amicizie e avere allo stesso tempo un’idea negativa rispetto al proprio corpo. Un altrə può sentirsi piuttosto svincolatə dalla propria famiglia, ma non sentirsi valorizzatə nelle proprie prestazioni scolastiche.
Il viaggio studio richiama molti dei compiti di sviluppo tipici dell’adolescenza, ma, contemporaneamente, richiede una buona dose di adattamento. Lə ragazzə dovrà instaurare rapporti di fiducia con la famiglia e i coetanei. Dovrà, inoltre, mettere alla prova le proprie abilità di studio e di lingua, ma anche imparare a gestire le emozioni e i momenti stressanti che si verificheranno, facendo leva sulle proprie risorse.
Cosa ci dice la scienza?
Secondo lo studio sopra citato, gli studenti che avevano instaurato buone relazioni durante il periodo all’estero, e che si sentivano perfettamente inclusi nel nuovo contesto, erano gli stessi che ottenevano punteggi più alti rispetto alla propria autostima. Possiamo affermare, quindi, che maturare esperienze positive con la famiglia ospitante, con i coetanei e la scuola, sia l’elemento chiave per aumentare la stima verso se stessi.
Se il tema vi incuriosisce, vi sarete forse anche chiesti quanto incida l’autostima sulla decisione di partire per un viaggio studio.
Per rispondere a questa domanda può essere interessante analizzare i risultati di una ricerca che ha indagato i livelli di autostima di alcuni studenti e li ha confrontati con alcuni tratti della loro personalità [2]. Secondo lo studio, chi ha un’alta autostima, ottiene punteggi inferiori rispetto all’apertura mentale (una delle dimensioni della nostra personalità).
Un risultato piuttosto sorprendente no?! Questo dato potrebbe far pensare che quando l’autostima è molto alta, si è meno disponibili a fare nuove esperienze.
Al contrario, chi ha un’autostima nella media sarebbe più favorevole a sperimentare un nuovo stile di vita e a mettersi in gioco. Ottima notizia per chi sente di non aver un’alta autostima, ma conserva un forte desiderio di partire per un viaggio studio!
Come si spiega questo? Per quanto possa sorprendere, avere un’autostima nella media permette di mantenersi attivi nella ricerca di ciò che può renderci migliori. E ci stimola a sperimentare condizioni diverse, con l’obiettivo di acquisire nuove conoscenze, quindi di maturare.
Per concludere, potremmo dire che l’autostima non va intesa né come un punto di partenza, né come un punto di arrivo, ma piuttosto come un bagaglio che accompagna qualsiasi esperienza. Se da una parte è in grado di sostenere la persona nel fronteggiare situazioni complesse, dall’altra sono queste stesse condizioni a renderla più solida.
Beatrice Moretti
Psicologa specializzata in Psicologia dello sviluppo e membro di Sinapsyche, un progetto di divulgazione psicologica.
[1] Hutteman, R., Nestler, S., Wagner, J., Egloff, B., & Back, M. D. (2015). Wherever I may roam: Processes of self-esteem development from adolescence to emerging adulthood in the context of international student exchange. Journal of Personality and Social Psychology, 108(5), 767.
[2] Laghi, F., & Pallini, S. (2008). Valutazione dell’autostima e caratteristiche di personalità in adolescenza. Giornale italiano di psicologia, 35(3), 679-700.